Porto Poetic

La Triennale di Milano presenta la mostra Porto Poetic, una panoramica sulle figure chiave dell’architettura portoghese, Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura, oltre agli architetti delle generazioni più recenti.Un’imperdibile mostra dedicata alla cosiddetta scuola di Oporto inaugura la nuova Stagione di eventi incentrati sull’architettura alla Triennale di Milano. Roberto Cremascoli, il curatore, propone un viaggio attraverso quei piccoli e grandi progetti che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno rinnovato il volto della capitale economica del Portogallo. Mentre la città si arricchisce di nuove infrastrutture e landmark di pregio, la cultura architettonica celebra gli autori di queste icone urbane assegnando il prestigioso Premio Pritzker ad Álvaro Siza (nel 1992) e, successivamente, nel 2011, a Eduardo Souto de Moura.
Vent’anni separano il conferimento dei due premi e altrettanti separano, anagraficamente, i due architetti, identificati, rispettivamente, nelle figure di maestro e allievo. La tradizione, che vede in Fernando Tavora l’ideale fondatore della scuola, prosegue oggi, senza salti generazionali, grazie a nuovi ispirati professionisti di cui possiamo ammirare i lavori in questa esposizione corale. A lungo, per descrivere l’approccio progettuale della scuola di Oporto, la critica ha utilizzato definizioni quali “vernacolare” e “regionalismo critico”, restituendoci una visione anacronistica del loro approccio alla progettazione. Nel 1986 Álvaro Siza, Professione poetica – volume della collana Quaderni di Lotus, diretta da Pierluigi Nicolin – ci rivela come, in realtà, Siza proceda per piccoli gesti che gli consentono di controllare e modellare lo spazio, valorizzandone la poesia intrinseca. Nella premessa al volume, lo stesso Siza scrive “Dicono che disegno nei caffè, che sono un architetto di piccole opere (dato che ho provato a fare le altre, penso che, se non mi sbaglio, le piccole sono più difficili)” e ancora: “La tradizione è una sfida all’innovazione. È fatta di inserti successivi. Sono conservatore e tradizionalista, cioè mi muovo fra conflitti, compromessi, meticciaggio, trasformazione”.
La mostra parte dunque da questo volume – per la precisione, da una copia di proprietà dello stesso Siza – per spalancare le finestre su come i tanti piccoli gesti poetici di diverse generazioni di professionisti abbiano trasformato Oporto da città grigia e triste in un interessante laboratorio di architettura e urbanistica.
Il percorso di visita attraversa tre sezioni: Poetic, Community, Design, esponendo in totale 41 progetti di architettura, 215 pezzi di design, 540 fotografie d’autore, 28 filmati in proiezione. L’arco temporale è vasto, si spazia dai piccoli interventi realizzati da Álvaro Siza a Leça da Palmeira tra gli anni 50 e 60 – tutt’oggi studiati con ammirazione – per arrivare ai giorni nostri.
Le opere di Álvaro Siza e di Eduardo Souto de Moura, sono le uniche protagoniste delle prime due sezioni: Poetic in cui sono raccolte dieci progetti realizzati a Oporto e nel nord del Portogallo – e Community – che, oltre alla Metropolitana di Oporto, illustra dieci opere di respiro internazionale, dallo Stadio AXA di Braga alla Serpentine Gallery a Londra, dalla Fondazione Iberê Camargo a Portalegre al Museo Mimesis in Corea del Sud. Lunghi tavoli raccolgono i preziosi schizzi preparatori; poi, alzando lo sguardo dalle delicate veline vergate con tratti decisi, si salta alla matericità dei plastici piuttosto che ai volumi scolpiti dalla luce che hanno messo alla prova generazioni di fotografi. Tra i reportage dedicati ai progetti meno recenti ritroviamo gli scatti che, dalle pagine di Casabella – a partire dal famoso numero 478 del 1982 (il primo della direzione di Vittorio Gregotti), con in copertina un disegno della Quinta da Malagueira – ci hanno fatto progressivamente conoscere i nomi e le opere degli architetti lusitani.
Ci si perde nel confrontare i diversi stili di disegno: Siza, alla maniera dei Aalto, riesce a riversare nei suoi schizzi sinuosi tutta la cultura e la tradizione di un popolo, mentre Souto de Moura, con i suoi tratti spezzettati e più marcati, sembra esprimere interamente lo sforzo dell’atto creativo. Non resta estraneo a questa poetica, incentrata sull’essenzialità del gesto, nemmeno l’apparato dei disegni tecnici che accompagnano i singoli progetti. Se si fosse trattato dei lavori di un architetto di casa nostra: all’interno dello studio avrebbero dedicato giorni per ripulire le tavole degli esecutivi delle indicazioni tecniche destinate al cantiere, inserendo campiture raffinate, ombre e colori per rendere l’insieme più accattivante anche per i non addetti ai lavori. Gli architetti portoghesi, al contrario, non hanno fatto nulla di tutto ciò: hanno preso, né più né meno, i disegni esecutivi e li hanno mandati in mostra, aprendo le tavole rimaste a lungo piegate nell’archivio, con i segni delle correzioni da apportare o dei punti critici da rivedere o le ristampe di file realizzati una decina d’anni fa – senza premurarsi di far combaciare il tratteggio delle campiture o andarlo a completare dove fosse saltato.
Il percorso espositivo si conclude con la sezione Design, dove vengono presentate otto opere di generazioni più recenti di architetti con studio a Oporto o, comunque, nel Nord del Paese: Adalberto Dias, Camilo Rebelo and Tiago Pimentel, Carlos Castanheira, Cristina Guedes e Francisco Vieira de Campos, Isabel Furtado e João Pedro Serôdio, João Mendes Ribeiro, José Carvalho Araújo e Nuno Brandão Costa. La presentazione di molti progetti è corredata dalla presenza degli oggetti, dalle lampade agli elementi di arredo urbano, dalle sedie alle maniglie, concepiti per quello specifico intervento salvo poi, nel tempo, essere affidati alla produzione di massa. Questa scelta sottolinea l’unitarietà dell’atto della progettazione ai diversi, dall’inserimento nel contesto urbano sino ai dettagli delle finiture degli arredi perché, come sosteneva Mies van der Rohe, “God is in the details”.

Silvana Costa

La mostra continua:
Triennale di Milano – Sala Aulenti
viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 27 ottobre
orari: da martedì a domenica, ore 10.30 – 20.30; giovedì, ore 10.30 – 23.00 (lunedì chiuso)
la biglietteria chiude un’ora prima delle mostre

Porto Poetic
a cura di Roberto Cremascoli
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Portoghese
con la collaborazione di Canadian Centre for Architecture – CCA e Museum of Modern Art – MoMA
22 filmati di opere di: Álvaro Siza e Eduardo Souto De Moura
6 filmati di interviste: dialogo a tre Manoel De Oliveira | Álvaro Siza | Alexandre Alves Costa
intervista Álvaro Siza | Eduardo Souto De Moura (a cura di Roberto Cremascoli)
intervista Pedro Gadanho | Fabrizio Gallanti (a cura di Giovanna Borasi)
intervista Vittorio Gregotti (a cura di Giovanna Borasi)
intervista Pierluigi Nicolin (a cura di Giovanna Borasi)
intervista Francesco Dal Co (a cura di Giovanna Borasi)
540 fotografie d’autore di: Gabriele Basilico, Luís Ferreira Alves, José Rodrigues, Roberto Collová, Fernando Guerra, Leonardo Finotti, Duccio Malagamba, Mimmo Jodice, Alessandra Chemollo, Teresa Siza, Rita Burmester
41 progetti di architettura (disegni, schizzi, modellini, testi, foto di cantiere)
215 pezzi di design (molti dei quali disegnati appositamente per i progetti in esposizione)
catalogo disponibile in mostra – prezzo 29,00 Euro

Questa voce è stata pubblicata in architettura&urbanistica, Milano, Triennale e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.