Il popolo dell’acqua

A Milano ha debuttato lo spettacolo prodotto da BrianzAcque, nell’ambito del progetto Acquainsieme, concepito per sensibilizzare i cittadini al consumo responsabile dell’acqua.

Lo scorso 27 settembre è andato in scena, in anteprima nazionale, Il popolo dell’acqua scritto e diretto da Massimo Donati. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Teatri Reagenti con il contributo di BrianzAcque – l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella Provincia di Monza e Brianza – e Acli in occasione della seconda edizione di Acquainsieme. L’iniziativa gode del patrocinio di Fondazione Cariplo e Comune di Milano.
Il popolo dell’acqua è una riscrittura in forma di commedia di Un nemico del popolo di Henrik Ibsen: Donati ne alleggerisce i toni drammatici pur rispettando i passaggi salienti della vicenda e la morale finale. Volgere in commedia il testo ottocentesco permette all’autore di veicolare a un pubblico più vasto l’invito a tutelare dal tornaconto economico di pochi un bene fondamentale per la vita di tutti quale è l’acqua: è questa una strategia di comunicazione comune a tanti artisti, per esempio Franca Rame, citando Molière, nel Prologo di Tutta casa, letto e chiesa e altre storie, la serie di monologhi sulla condizione della donna scritti con il marito Dario Fo, asserisce che “per ridere ci vuole intelligenza, acutezza. Ti si spalanca nella risata la bocca, ma anche il cervello e, nel cervello, ti si infilano i chiodi della ragione! Ci auguriamo che questa sera qualcuno se ne torni a casa con la testa inchiodata!
La storia si svolge in un’amena cittadina termale del Nord Europa. Il dottor Stockmann vive con la moglie e i figlioletti in un confortevole alloggio annesso alla centrale dell’acqua di cui è responsabile: il suo compito consiste nell’assicurarsi che la qualità delle acque distribuite in tutta la città sia sempre elevata. Un giorno il mite dottore si accorge che qualcosa non va: le ultime analisi rilevano la presenza di sostanze inquinanti, probabilmente a causa degli sversamenti delle concerie della zona. È urgente informare la sorella, nonché borgomastro della cittadina, affinché si chiudano immediatamente tutti gli stabilimenti termali e si proceda con interventi di depurazione.
La borgomastro comprende appieno la gravità della situazione e i rischi cui concittadini e turisti vanno incontro consumando l’acqua perciò si ritira nei suoi uffici per elaborare una strategia d’azione. Una strategia che, tuttavia, non può prescindere da una valutazione economica da cui emerge quanto i costi dell’intervento siano insostenibili per il comune, soprattutto alla luce del fatto che durante i lavori, di durata pluriennale, lo stabilimento termale dovrà restare chiuso. La scelta più ovvia sarebbe coinvolgere gli imprenditori locali – tra cui quanti responsabili del danno ambientale – ma tale opzione renderebbe il borgomastro impopolare al pari di aumentare le tasse.
La borgomastro Stockmann opta dunque per ignorare il problema in corso ma non ha ancora fatto i conti con il fratello che non tollera si metta a rischio la salute delle persone in nome di un tornaconto –politico o economico che sia – e rende pubblici i dati delle analisi. Inizia così un braccio di ferro tra i due, ma la sorella ha dalla propria parte gli imprenditori e la stampa che, dietro pressioni, scredita pubblicamente il dottore. L’uomo, per quanto sconfitto nella prima battaglia, privato di casa e lavoro e additato dai concittadini come un “nemico del popolo” non si arrende e decide di continuare a combattere in nome della verità e del benessere della comunità.
I costumi disegnati da Vittoria Papaleo e le scenografie realizzate interamente a mano da Donatello Galloni con il contributo di Agnese Bellato e Gaspare De Pascali hanno delicati toni pastello e forme che strizzano l’occhio agli anni Sessanta, creando un contesto per le vicende de Il popolo dell’acqua fuori dallo spazio e dal tempo. È un mondo di fantasia, lontano ma pure troppo vicino al pubblico: pur ridendo per la raffica di battute, smorfie e pose bizzarre, lo spettacolo affronta problemi seri e reali di cui, troppo spesso, si legge sui giornali. L’acqua è elemento fondamentale per la vita, non solamente l’umana; è una risorsa da consumare con oculatezza e in certi Paesi è un bene così prezioso da scatenare guerre per averne il controllo. È importante che chi cura l’approvvigionamento idrico del territorio garantisca innanzitutto la potabilità dell’acqua, una distribuzione senza sprechi e un prezzo equo.
Il popolo dell’acqua è molto godibile ma ha tuttavia una durata forse eccessiva, soprattutto se si pensa di proporlo anche a spettatori in erba. Confidiamo che dopo l’anteprima Massimo Donati sappia ricalibrare l’insieme, eliminando dal copione passaggi ridondanti, riuscendo così pure a rendere il messaggio più incisivo. Il ritmo complessivo risulta piacevolmente vivace, infarcito di colpi di scena; gli attori della Compagnia Teatri Reagenti dal canto loro sono bravi nel dar sfogo alla propria vena comica senza scadere nel grottesco o nel macchiettistico, registri che svaluterebbero il messaggio di fondo. Un applauso dunque a Giacomo Rosselli nei panni del dottor Stockmann che, senza mai alzare la voce, supporta vigorosamente le proprie ragioni e affronta la sorella graffiante e altezzosa, impersonata da Eva Martucci. Claudia Facchini è la moglie del dottore mentre Fabrizio Careddu è il giornalista dalla discutibile etica professionale. È infine particolarmente riuscito l’escamotage di rendere gli imprenditori locali – i veri cattivi del racconto che, in nome dei soldi, manipolano la borgomastro, la stampa e, a cascata, l’intera popolazione – con ombre dalle fattezze minacciose.
In attesa inizi la tournée dello spettacolo BrianzAcque attiva per i più piccoli 45 percorsi didattici nelle scuole della Brianza.

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampere, 1 – Milano
lunedì 27 settembre 2021

Il popolo dell’acqua
testo e regia Massimo Donati
assistente alla regia Lucia Messina
con Fabrizio Careddu, Claudia Facchini, Eva Martucci, Giacomo Rosselli
costumi Vittoria Papaleo
scenografia Donatello Galloni
con il contributo di Agnese Bellato, Gaspare De Pascali
decorazioni Emanuela Savi
sound designer Rolando Marchesini
disegno luci Monica Gorla
produzione Compagnia Teatri Reagenti
con il contributo di BrianzAcque, Acli
e il patrocinio di Fondazione Cariplo, Comune di Milano

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