Pizzeria Kamikaze

In occasione del festival internazionale Dalla tradizione ebraica all’energia di Tel Aviv Francesco Brandi debutta al Teatro Parenti di Milano con una nuova opera tratta dai racconti di Etgar Keret, uno tra i più popolari scrittori israeliani della nuova generazione.

Sin dall’antichità l’essere umano si interroga su cosa lo attenda dopo la morte e Haim scopre a proprie spese quanto la realtà disti dal giardino di rose e mirti, in mezzo al quale svetta l’Albero della Vita, descritto dai rabbini.
Egli si ritrova a vivere solo in un mondo in cui, esattamente come in quello da poco abbandonato, deve lavorare per avere i soldi necessari a pagare l’affitto e le bollette, risucchiato in una routine abbruttente destinata a durare per il resto dell’eternità. Trova impiego alla Pizzeria Kamikaze, un locale gestito da arabi delusi dal non essere stati ricompensati con settantadue vergini ciascuno per l’attentato suicida compiuto.
Il nome di quella pizzeria coincide con il titolo di una raccolta di racconti dell’autore israeliano Etgar Keret trasformati da Francesco Brandi nella pièce teatrale Pizzeria K in scena in prima assoluta al Teatro Franco Parenti sino a domenica 5 novembre. Lo spettacolo è parte del festival internazionale Dalla tradizione ebraica all’energia di Tel Aviv in calendario al teatro milanese dal 16 ottobre al 20 dicembre.
L’oltretomba immaginato da Keret ricorda una delle tante cittadine dormitorio, prive di qualsiasi attrattiva, che sorgono ai margini dei grandi centri urbani ma va tuttavia specificato, per dovere di precisione, che tale scenario è riservato ai soli suicidi. Haim infatti si è tolto deliberatamente la vita dopo che Desideria, la fidanzata con cui si accingeva a convolare a nozze, lo lascia e pure a causa dei tanti ostacoli – e del grande disprezzo – che ne ostacolano la carriera di autore di poesie.
Haim incontra un giovane musicista napoletano che, caso più unico che raro in quel luogo, ha la fortuna di vivere con tutta la propria famiglia, avi inclusi, in quanto erede di una dinastia di suicidi. Diventerà in breve tempo il suo migliore amico e lo condurrà con sé nelle lunghe notti, tutte uguali, in giro per locali ad ascoltare musica, bere e rimorchiare ragazze nel tentativo di fargli dimenticare Desideria. Tentativo vano perché, quando scoprono che anche la ragazza si è suicidata, partono alla sua ricerca e, durante il viaggio, si imbattono in una bizzarra autostoppista. Inizia così il classico viaggio dell’eroe che, al di là dell’esito della missione preposta, lo traguarda a una progressiva crescita interiore sino a prendere piena coscienza di sé e del proprio destino.
Pizzeria K, come sopra accennato, è una nuova opera di Francesco Brandi sviluppata in quei toni agrodolci ammantati di esistenzialismo che ne contraddistinguono la produzione. Mario De Masi è il regista e dirige lo spettacolo con mano lieve, ad accarezzarne la poesia di fondo. I personaggi si muovono in un palcoscenico spoglio, dove la fantasia aiuta a immaginare gli spazi e un tubo, che richiama alla mente il lavoro di Haim quando in vita, serve a definire lo spazio dell’automobile con cui l’eroe va alla scoperta del proprio destino.
Francesco Brandi è Haim e lo caratterizza con un fare lunare e a tratti spaesato di chi è nuovo del posto, di chi è sospeso tra l’innegabile comicità di alcune situazioni e lo sconforto, tra l’amore e la rabbia, tra la speranza e la rassegnazione. L’eroe, anche grazie alla poesia, sa ovviamente trovare la via per uscire da questo continuo impasse. Antonio Stoccuto è l’amico fedele al suo fianco, una valida spalla comica con cui costruire scene di grande ilarità mentre l’autostoppista interpretata da Giulia Pica, distante da Haim sotto molti aspetti, è il detonatore del processo di cambiamento che contagerà le vite di tutto il malassortito trio.
Tutti insieme i tre attori costituiscono un gruppo affiatato, in grado di muoversi all’unisono nel continuo scorrazzare attraverso l’ampia gamma dei sentimenti umani.
Pizzeria K è un’opera deliziosa, apparentemente leggera eppure apre finestre su importanti questioni esistenziali e culturali dei giorni nostri. Un’opera capace di conquistare cuore e mente degli spettatori che a fine spettacolo si spendono in svariati minuti di applausi e noi con loro.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala A
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 5 novembre 2023
www.teatrofrancoparenti.it
 
Pizzeria Kamikaze
di Etgar Keret
adattamento Francesco Brandi
regia Mario De Masi
con Francesco Brandi, Antonio Stoccuto, Giulia Pica
musiche Alessandro Francese
aiuto regista Beatrice Cazzaro
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
elettricista Gianni Gajardo
sarta Marta Merico
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
prima nazionale
Spettacolo inserito all’interno del Festival internazionale Dalla tradizione ebraica all’energia di Tel Aviv (16 ottobre – 20 dicembre 2023)
durata 1 ora e 10 minuti

Questa voce è stata pubblicata in Milano, prosa&danza, Teatro Franco Parenti e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.